la Festa

La plurisecolare festa in onore della Madonna delle Galline costituisce di certo uno dei momenti più identitari e sentiti dal popolo di Pagani. Da tempi antichissimi, nei giorni della festa, la città è meta di fedeli, turisti, visitatori e curiosi che accorrono a Pagani per assistere ad un evento corale, vissuto dai paganesi con spirito di autenticità e di profonda fede popolare.

I preparativi per la festa hanno inizio subito dopo le celebrazioni per la Settimana Santa. Dal lunedì in Albis, il Santuario viene chiuso ai fedeli. Al suo interno però si lavora alacremente per allestire il trono che ospiterà la statua lignea della Madonna, conservata in una cappella laterale della Chiesa e nascosta alla vista dei fedeli.

Il portale del Santuario riapre solo il venerdì alle 18.00. Ad attendere la riapertura, all’esterno della Chiesa, migliaia di persone, desiderose di accostarsi allo sguardo materno della Vergine dopo un anno di attesa. Si tratta del primo emozionante e suggestivo momento della festa, che dà il via agli annuali festeggiamenti.  

Ma il giorno della festa vera e propria è quello della domenica in Albis, l’ottava di Pasqua. In questo giorno, da secoli, la Vergine lascia il Santuario alle 9.00 in punto per avviarsi, accompagnata dai Confratelli, in una lunghissima processione per le strade della città, accolta ovunque con drappi, fiori, coriandoli, canti e danze popolari e dalle caratteristiche offerte di galline, piccioni e animali da cortile, amorevolmente custoditi nel pollaio dell’Arciconfraternita. Un tripudio di fede e folklore che certamente costituisce un momento di grande partecipazione e suggestione collettiva.

A tarda sera, la statua della Madonna delle Galline fa il suo rientro al Santuario, al termine di una processione solenne che parte dal sagrato della Basilica di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori. Qui avviene il tradizionale scambio di doni tra i Padri Redentoristi e il Priore dell’Arciconfraternita, memoria di un rito del quale era protagonista lo stesso Sant’Alfonso.

Le festa della Madonna delle Galline, con l’enorme partecipazione di popolo che da sempre l’accompagna, continua a testimoniare il grande attaccamento dei paganesi alla Vergine, espressione di una pietà popolare che è tipica del culto mariano. Anche Papa Paolo VI, parlando ai rettori dei Santuari Mariani il 24 novembre 1976 sul tema “Maria nella pietà popolare”, ebbe un riferimento esplicito alla Madonna delle Galline, chiesa da lui personalmente visitata quando, da assistente della FUCI, era venuto nella diocesi di Nocera – Sarno.

Questo per dire come la pietà popolare sia molto ricca di fantasia e certamente di sincerità, ma come vada anch’essa corretta, elevata ad un livello che resta popolare, quindi carica di quella sincerità nativa del popolo, ma per arrivare ad un livello del culto mariano quale la Chiesa vuole e desidera.

Lo stesso Pontefice, l’anno precedente, nell’esortazione Evangelii nuntiandi, aveva scritto che

la carità pastorale a tutti quelli che il Signore ha posto come capi di comunità ecclesiali dà le norme di comportamento nei confronti di questa realtà (la pietà popolare), così ricca e insieme così vulnerabile. Ben orientata, questa religiosità può essere sempre più un vero incontro con Dio in Gesù Cristo.