il Cassettonato
Partendo dall’ingresso (a destra dell’immagine sopra) e dalla fila centrale:
La nascita della Vergine (Parto), tela di forma circolare in cui, in una vivace scena di gusto popolaresco, sono raffigurate, nel registro inferiore, un’ancella che ha in braccio la Vergine appena nata, assistita da altre donne che le porgono delle fasce; davanti a loro fanno bella mostra di sé un catino pieno d’acqua con una brocca e un braciere colmo di carboni ardenti, su cui una delle donne sta scaldando una piccola coperta. In alto c’è Sant’Anna che, seduta sul letto, riceve da un’altra ancella una tazza di brodo. A destra sono rappresentati due personaggi maschili che si danno la mano dei quali uno potrebbe essere San Gioacchino. In questo dipinto è chiaramente visibile, in basso a sinistra, un monogramma (una P è una F che hanno in comune la stessa asta verticale) riferibili probabilmente alle iniziali dell’autore.
La Natività è un’altra tela di forma circolare. Al centro la Vergine mostra Gesù all’adorazione di un gruppo di pastori. Alle sue spalle una colonna su piedistallo e alcuni archi sembrano voler richiamare l’architettura del presepe napoletano. In secondo piano, in penombra, appoggiato al suo bastone, Giuseppe osserva la scena, mentre, in alto, schiere di angeli cantano e suonano strumenti, reggendo tra le mani un cartiglio su cui è scritto “Gloria in excelsis Deo et in terra pax”. Sullo sfondo, un altro angelo reca l’annuncio ad altri due pastori.
Sulla fila di sinistra, sempre partendo dal lato dell’ingresso:
Lo Sposalizio della Vergine, con al centro il sacerdote che congiunge le mani della Vergine e di San Giuseppe. Tutto intorno e in alto schiere di angeli e di puttini. Se da una parte la rappresentazione abbastanza è statica, dall’altra si ha quasi la sensazione di una certa concitazione per la folla di figure che si accalca attorno ai protagonisti. È tale la loro estraneità alla raffigurazione, e nello stesso tempo sembrano così caratterizzate fino al limite della caricatura con i loro copricapo strani o con il loro guardare fisso lo spettatore del dipinto, che si ha l’impressione che l’autore abbia voluto qui rappresentate dei personaggi realmente esistiti e forse proprio i committenti dell’Arciconfraternita.
La Presentazione di Gesù al tempio. Il sacerdote, ritto al centro, ha in braccio Gesù, mentre la Vergine, davanti a lui, è in atto di inchinarsi. Sul punto di inchinarsi è anche San Giuseppe, posto in secondo piano. Sulla sinistra del quadro un personaggio femminile reca in mano l’offerta delle tortore, mentre un altro personaggio maschile posto di tre quarti è inginocchiato.
Sulla fila di destra:
Santa Margherita di Antiochia, indicata prima come Santa Barbara ma che i simboli iconografici raffigurati, la croce e il drago, fanno meglio individuare come la leggendaria vergine martire, di incerta collocazione storica, considerata protettrice delle partorienti. La croce e il drago alludono alle vicende del suo martirio, quando alla santa, gettata in prigione perché cristiana, apparve Satana sotto forma di drago che la divorò, ma lei ne uscì illesa perché aveva in mano una croce.
La Visitazione della Vergine a Santa Elisabetta. Le due donne, che mostrano chiaramente il segno della loro gravidanza, sono poste al centro della rappresentazione: da una parte Elisabetta che scende i gradini della sua casa e, dall’altro, la Vergine che incede verso di essa. Alle loro spalle, in secondo piano, Zaccaria, che, quasi con un moto di sorpresa curiosità, si affaccia alla porta dietro Elisabetta, e Giuseppe, che osserva pensoso tutta la scena.